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Stelle dell’editoria – Poesie

Benvenuti su LaLaLab, questa è Stelle dell’editoria, la rubrica astrologica dedicata alla (ri)scoperta di scrittori, poeti, letture e protagonisti del mondo editoriale.

Questa settimana abbiamo pensato di assegnarvi una poesia e lasciare che siano i suoi versi a ispirarvi.

 

ARIETE
Francesco Petrarca, “Era il giorno ch’al sol si scoloraro”

Era il giorno ch’al sol si scoloraro
per la pietà del suo factore i rai,
quando i’ fui preso, et non me ne guardai,
ché i be’ vostr’occhi, donna, mi legaro.

Tempo non mi parea da far riparo
contra colpi d’Amor: però m’andai
secur, senza sospetto; onde i miei guai
nel commune dolor s’incominciaro.

Trovommi Amor del tutto disarmato
et aperta la via per gli occhi al core,
che di lagrime son fatti uscio et varco:

però, al mio parer, non li fu honore
ferir me de saetta in quello stato,
a voi armata non mostrar pur l’arco.

 

TORO
Rainer Maria Rilke, “Sonetti a Orfeo”, XII

Tendi al mutamento. Ardi alla fiamma ove cosa
Ti sfugge, che è di metamorfosi orgogliosa;
lo spirito progettante, che governa la terra, niente
nello slancio della figura ama più del punto di svolta.

Ciò che si chiude nel restare è già pietrificato;
si crede più sicuro sotto lo scudo del grigio inapparente?
Aspetta, cosa più dura minaccia di lontano la durezza.
Ahimè –: già si leva il martello inesistente!

Chi s’effonde come fonte lo conosce conoscenza;
in estasi lo guida per serene vie della creazione,
che spesso termina col principio e inizia con la fine.

Ogni spazio felice è figlio o discende da separazione,
lo attraversano stupiti. E Dafne, nel suo mutamento,
da che sente come alloro, vuole che tu ti muti in vento.

 

GEMELLI
Pedro Salinas, “La voce a te dovuta”, XIV

Per vivere non voglio
isole, palazzi, torri.
Che altissima allegria:
vivere nei pronomi!

Getta via i vestiti,
i connotati, i ritratti;
non ti voglio cosí,
travestita da altra,
figlia sempre di qualcosa.
Ti voglio libera, pura,
irriducibile: tu.
Quando ti chiamerò, so bene,
fra tutte le genti
del mondo,
solo tu sarai tu.
E quando mi chiederai
chi è che ti chiama,
che ti vuole sua,
sotterrerò i nomi,
le pergamene, la storia.
Comincerò a distruggere quanto
m’hanno gettato addosso
da prima ancora ch’io nascessi.
E ritornato ormai
all’eterno anonimato
del nudo, della pietra, del mondo,
ti dirò:
«Io ti voglio, sono io».

 

CANCRO
J. Rodolfo Wilcock, “Già una stella”

Già una stella attraversa l’albero della notte
fino al giovane che pensa al suo ignorato amore,
e la luce di uno spazio che sta al di là dei sogni
cambia la sua scintilla fredda in fuoco e immensità.

Ascendi, oh desiderio brillante!, ascendi nella calma
degli uomini che dormono,
fluttuando nel cielo come una nuvola in fiamme.

E colui che guarderà in alto,
per sempre accecato dimenticherà il proprio nome
cantando cose incomprensibili.

 

LEONE
Dylan Thomas, “Nel mio mestiere o arte ombrosa”

Nel mio mestiere o arte ombrosa
praticata nella notte quieta
quando solo la luna s’infiamma
e gli amanti riposano a letto
con tutti i dolori nelle braccia,
il mio lavoro è cantare la luce
non per ambizione o pane,
non per vanagloria o commercio di incanti
su impalcature in avorio
ma per il modesto salario
del loro più segreto cuore.
Non scrivo per l’uomo orgoglioso
che si ritrae nella furia di luna
su questo zampillo di pagine,
non per i morti che torreggiano
con i loro usignoli e salmi
ma per gli amanti che abbracciano
i dolori di tutte le età,
e non offrono lodi o compensi
incuranti del mio mestiere o arte.

 

VERGINE
Amelia Rosselli, “Inesplicabile o esemplare”

Inesplicabile o esemplare
generosa e trita ti concedi qualche piccolo
ritorno alle abitudini.

La lingua scuote nella sua bocca, uno sbatter d’ale
che è linguaggio.

Sentì bisogno allora di inalzare, piramidi alla
verità (o il suo mettersi in moto).

 

BILANCIA
Aleksandr Blok, “L’arte è un fardello sulle nostre spalle”

L’arte è un fardello sulle nostre spalle,
però come apprezziamo, noi poeti,
le fuggevoli inezie della vita!
È dolce abbandonarsi alla pigrizia
e sentire nelle proprie vene
il melodioso scorrere del sangue,
cogliere dietro una fugace nuvola
un amore che suscita le fiamme,
e immaginare che la vita sorga
in tutto il suo splendore di champagne
nel delicato crepitìo ronfante
d’uno sfavillante cinéma!
E un anno dopo all’estero: stanchezza,
una città non conosciuta, folla, –
e sullo schermo novamente il volto
d’una francese adorabile!…

 

SCORPIONE
Margherita Guidacci, “Meditazioni e sentenze”, VII

Ogni voce sorge e cade al piegare di un vento.

Anche il nostro inno o lamento governano gli invisibili venti dell’anima.

Solo al mare fu data voce perenne.

 

SAGITTARIO
John Keats, “Solitudine, se vivere devo con te”

Solitudine, se vivere devo con te,
Sia almeno lontano dal mucchio confuso
Delle case buie; con me vieni in alto,
Dove la natura si svela, e la valle,
Il fiorito pendio, la piena cristallina
Del fiume appaiono in miniatura;
Veglia con me, dove i rami fanno dimora,
E il cervo veloce, balzando, fuga
Dal calice del fiore l’ape selvaggia.
Qui sarei felice anche con te. Ma la dolce
Conversazione d’una mente innocente, quando le parole
Sono immagini di pensieri squisiti, è il piacere
Dell’animo mio. È quasi come un dio l’uomo
Quando con uno spirito affine abita in te.

 

CAPRICORNO
Paul Verlaine, “Vola, canzone, rapida”

Vola, canzone, rapida
davanti a Lei e dille
che, nel mio cuor fedele,
gioioso ha fatto luce
un raggio, dissipando,
santo lume, le tenebre
dell’amore: paura,
diffidenza e incertezza.
Ed ecco il grande giorno!
Rimasta a lungo muta
e pavida – la senti?
– l’allegria ha cantato
come una viva allodola
nel cielo rischiarato.
Vola, canzone ingenua,
e sia la benvenuta
senza rimpianti
vani colei che infine torna.

 

ACQUARIO
Charles Baudelaire, “Elevazione”

Al di sopra degli stagni, al di sopra delle valli,
delle montagne, dei boschi, delle nubi, dei mari,
oltre il sole e l’etere, al di là dei confini delle sfere stellate,
anima mia tu ti muovi con agilità,
e, come un bravo nuotatore che fende l’onda,
tu solchi gaiamente, l’immensità profonda
con indicibile e maschia voluttà.
Via da questi miasmi putridi, va’ a purificarti nell’aria superiore,
e bevi come un puro e divin liquore
il fuoco chiaro che riempie i limpidi spazi.
Alle spalle le noie e i molti dispiaceri
che gravano col loro peso sulla grigia esistenza
felice chi può con un colpo d’ala vigoroso
slanciarsi verso campi luminosi e sereni;
colui i cui pensieri, come allodole,
verso i cieli al mattino spiccano un volo
– che plana sulla vita. e comprende senza sforzo
il linguaggio dei fiori e delle cose mute!

 

PESCI
Paul Klee, “È stata l’acqua della seduzione”

È stata l’acqua della seduzione
che ha attirato i miei sensi
nel suo mosso vortice. E come
trascina la forza della corrente.
Mi chiamavano passando i luoghi
di quelle vecchie dolci e cupe case
dove di notte ascoltavo il canto
segreto delle cicale, solo
sotto il sambuco odoroso.
Vedo uomini tristi sulla riva.
Ma io sono sopra le onde
forte e fresco nell’anima e nel corpo.
Con questa grande corrente
io voglio sfociare nel mare.

 

 

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