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Greatest Hits – Adriano Attus. Neometrie

Benvenuti su LaLaLab, questa è Greatest Hits, la rubrica del martedì attraverso cui riscoprirete tutto il meglio degli eventi che abbiamo ospitato in questi anni.

Oggi ricordiamo la personale di Adriano AttusNeometrie”, a cura di Mathia Pagani con Galleria l’Affiche in collaborazione con Officine Buena Vista – Mimaster.
La mostra, ospitata al Laboratorio dal 4 al 22 dicembre 2017, ha presentato l’ultimo ciclo di lavori che l’artista ha realizzato come naturale conseguenza della ricerca nata con Numerage, la verità nascosta e poi proseguita in #wearenotnumbers.
I numeri, che nei lavori precedenti erano strumento di una riflessione sul concetto di ridondanza mediatica come altra forma del falso, ora sembrano scomparire, per lasciare il posto a un’esplosione ordinata e caleidoscopica di colori. Eppure nel colore il numero sopravvive nascosto, come matrice moltiplicativa in grado di generare infinite combinazioni di forme nello spazio: «Dietro i numeri si possono celare tante realtà: ogni numero può essere interpretato in vari modi; spesso dietro i big data si nasconde una singolarità».

Ogni tavola nasce come mosaico composto da semplici tessere. Ogni tessera, formata da elementi geometrici di base, è diversa da un’altra. La struttura della singola tessera varia in base a due parametri: dal numero degli spazi da cui è composta e dalla diversa forma o colore degli elementi collocati nei rispettivi spazi. Le tessere ottenute corrispondono a tutte le possibili combinazioni dei diversi elementi rispetto al numero di spazi. Le possibili disposizioni delle singole tessere per formare una tavola sono quasi infinite, ma il risultato visuale definitivo si concentra sulla fissità di singole rappresentazioni.
Le Neometrie nascono quindi come scomposizione e ricomposizione di quei frammenti in un ordine apparentemente casuale che diventa, nella cristallizzazione dell’opera e nella visione d’insieme, permanente.

«Le Neometrie sono un invito dell’artista a guardare la parte per vedere l’insieme. Cercare il particolare e arrivare al generale. Seguire l’idea e toccare l’apparenza. Capire l’Uno diventare Tutto».

L’artista invita a scorgere l’insieme nel particolare, ad andare oltre l’apparenza, verso quell’uno, matematico, cromatico e forse esistenziale, che sottende il tutto, e lo fa con un linguaggio che è il linguaggio stesso, senza più l’uso di segni e significanti, ponendo l’osservatore di fronte alla grammatica primaria della creazione, al suo stesso codice. I visitatori sono invitati a decostruire a loro volta l’ordine creato: l’incanto del gioco, come modalità di appropriazione della realtà e quindi del processo creativo, ha infine il sopravvento.

Adriano Attus

Sanremo, 1971. Da oltre 20 anni designer e art director nei periodici delle principali case editrici italiane, dal Mondo a Panorama, ora direttore creativo del Sole 24 Ore, poliedrico e multimediale, ha collaborato con Axa, Bloomberg, Bmw, Eni, Iulm. Da sempre combina numeri e colori in una ricerca che progressivamente diventa la cifra stilistica del suo lavoro di artista, esposto per la prima volta alla Galleria L’Affiche di Milano nel 2015, a cura di Mathia Pagani. Seguono, tra le altre, le mostre al Mudec Art Wall, Milano (2015), la partecipazione ad Italian AXA Forum, Palazzo delle Esposizioni, Roma (2016), Wopart Fair, Lugano, con Galleria l’Affiche (2017).

 

Extra.

Tutte le opere di Adriano Attus sono online sul sito Numerage.

A questo link potete rivedere alcuni scatti dell’inaugurazione.

Il Corriere della Sera ha dedicato un articolo alla mostra.

Qui trovate un’intervista all’artista a cura di MasterX al Laboratorio.

Qui, invece, l’intervista per Wild Mazzini.

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