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Stelle dell’editoria – Incipit

Benvenuti su LaLaLab, questa è Stelle dell’editoria, la rubrica astrologica dedicata alla (ri)scoperta di scrittori, poeti, letture e protagonisti del mondo editoriale.

In occasione del quinto anniversario del Laboratorio e della sua recente riapertura al pubblico, dedichiamo il primo oroscopo del LaLaLab mensile ai nuovi inizi, ispirandoci agli incipit letterari.

 

ARIETE

«Era il migliore di tutti i tempi, era il peggiore di tutti i tempi, era il secolo della saggezza, era il secolo della stoltizia, era l’epoca della fede, era l’epoca dell’incredulità, era la stagione della Luce, era la stagione delle Tenebre, era la primavera della speranza, era l’inverno della disperazione, avevamo tutto dinanzi a noi, non avevamo nulla dinanzi a noi, andavamo dritti dritti al Cielo, andavamo dritti dritti dalla parte opposta: in breve, il periodo era tanto simile al presente che alcune delle sue più clamorose autorità insistevano affinché se ne parlasse soltanto al superlativo sia nel bene sia nel male». (Charles Dickens, Racconto di due città)

Pare sia iniziato proprio così il tuo settembre, caro Ariete, non come un punto di partenza ma come l’arrivo a un incrocio che combina il meglio e il peggio della tua vita. Ai nuovi entusiasmi corrispondono nuove paure, ai nuovi impegni nuove responsabilità… e così ti scopri frastornato, come se ti trovassi sulle montagne russe e non potessi, nè volessi scendere. Arriverà, tuttavia, il momento di fermare la giostra: scoprirai, allora, che vivere le esperienze, negative e positive, alla loro massima intensità è il modo più veloce per crescere e migliorare.

 

TORO

«Cominciò con un numero sbagliato, tre squilli di telefono nel cuore della notte e la voce all’apparecchio che chiedeva di qualcuno che non era lui. Molto tempo dopo, quando fu in grado di pensare a ciò che gli era accaduto, avrebbe concluso che nulla era reale tranne il caso. Ma questo fu molto tempo dopo. All’inizio, non c’erano che il fatto e le sue conseguenze. La questione non è se si sarebbero potuti sviluppare altrimenti o se invece tutto fosse già stabilito a partire dalla prima parola detta dallo sconosciuto. La questione è la storia in sé: che abbia significato o meno, non spetta alla storia spiegarlo». (Paul Auster, Città di vetro)

Crediamo, caro Toro, tu stia adottando una nuova prospettiva, un nuovo approccio alla vita, nella convinzione che sia arrivato il momento di scartare i “se”, i “ma”, i “come” e i “perché” dal tuo repertorio. Potremmo convertire l’ultima frase della citazione in: ciò che conta per te ora è la vita in sé: che abbia significato o meno, non spetta a te spiegarlo. Avanti tutta, allora, senza dubbi, drammi e incertezze: siamo appena all’inizio e il traguardo è già in vista, il trofeo a portata di mano.

 

GEMELLI

«Nei miei anni più giovani e vulnerabili mio padre mi diede un consiglio che non ho mai smesso di considerare. “Ogni volta che ti sentirai di criticare qualcuno”, mi disse, “ricordati che non tutti a questo mondo hanno avuto i tuoi stessi vantaggi”». (F. S. Fitzgerald, Il grande Gatsby)

Ecco, cari Gemelli, il consiglio che ci sentiamo di condividere con voi, mettendovi però in guardia dagli approfittatori. Sospendere il giudizio può rivelarsi estremamente saggio in alcune situazioni, estremamente pericoloso in altre. Crediamo comunque valga la pena allenarsi a discernere le prime dalle seconde. Nelle prossime settimane riprendete in mano un “caso”, una di quelle persone che avete precocemente etichettato come “negativa” in base a un suo comportamento, a una sua scelta, e cercate di capire le sue motivazioni. Potreste, da questa scoperta, guadagnare una piccola fortuna.

 

CANCRO

«Ma indove erano andate a finire quelle prime marinate nelle quali, appena arrisbigliato, si sintiva attraversato da una speci di correnti di filicità pura, senza motivo?
Non si trattava del fatto che la jornata s’appresentava priva di nuvole e vento e tutta tirata a lucito dal sole, no, era un’altra sensazione che non dipinniva dalla so natura di meteoropatico, a volersela spiegare era come un sintirisi in armonia con l’universo criato, perfettamente sincronizzato a un granni ralogio stillare ed esattamente allocato nello spazio, al punto priciso che gli era stato destinato fino dalla nascita.
Minchiate? Fantasie? Possibile». (Andrea Camilleri, Le ali della sfinge)

Sì, possibili fantasie, ma noi crediamo sia pura realtà: vi trovate proprio nel posto giusto al momento giusto, questo sentite, e avete ragione. Tutte le sbandate, i deragliamenti, le false scorciatoie, vi hanno infine riportato sui giusti binari e condotto nella giusta stazione. Qui, cari Cancerini, siete pronti per ripartire. Sicuri, determinati, consapevoli dei vostri punti di forza e delle recenti conquiste. Finalmente possiamo prevedere per voi un percorso senza ostacoli.

 

LEONE

«Succedeva sempre che a un certo punto uno alzava la testa… e la vedeva. È una cosa difficile da capire. Voglio dire… Ci stavamo in più di mille, su quella nave, tra ricconi in viaggio, e emigranti, e gente strana, e noi… Eppure c’era sempre uno, uno solo, uno che per primo… la vedeva. Magari era lì che stava mangiando, o passeggiando, semplicemente, sul ponte… magari era lì che si stava aggiustando i pantaloni… alzava la testa un attimo, buttava un occhio verso il mare… e la vedeva. Allora si inchiodava, lì dov’era, gli partiva il cuore a mille, e, sempre, tutte le maledette volte, giuro, sempre, si girava verso di noi, verso la nave, verso tutti, e gridava (piano e lentamente): l’America. Poi rimaneva lì, immobile come se avesse dovuto entrare in una fotografia, con la faccia di uno che l’aveva fatta lui, l’America. La sera, dopo il lavoro, e le domeniche, si era fatto aiutare dal cognato, muratore, brava persona… prima aveva in mente qualcosa in compensato, poi… gli ha preso un po’ la mano, ha fatto l’America…» (Alessandro Baricco, Novecento)

Caro Leone, hai visto l’America? Noi pensiamo di sì. Forse, nel tuo, l’hai perfino fatta l’America. Non ci sorprenderebbe scoprire che ti è sfuggita la mano a lavoro e che nel giro di pochi mesi hai fatto i progressi di una vita. Questo, infatti, è per te il periodo della raccolta: quello che hai seminato nei mesi precedenti sta dando finalmente i suoi frutti, dolci e abbondanti frutti. Un solo consiglio: ricordati di goderne.

 

VERGINE

«Fu in una mattina di sole gelido, a rasoiate sui vetri com’è tipico di certi inverni torinesi, che Saverio Piumatti, specchiandosi in bagno, vide sul proprio volto un’ombra di losca malinconia.
Destino, apriti. Mondo, fatti capire. Così avrebbe potuto fronteggiare la solita levataccia il giovane Saverio, ventinovenne e proprietario di un taxi quasi nuovo. Perché era creatura abile con le parole, e pronta a innumerevoli fantasie.
Ripose invece ordinatamente gli arnesi da barba e tornò a letto, deciso ad alzarsi mai più.» (Giovanni Arpino, Il primo quarto di luna)

Ecco, care Vergini, cosa non dovete fare. «Destino, apriti. Mondo, fatti capire» questo continuate a supplicare, e nessuno vi può accontentare. Il vostro scontento è comprensibile, ma non è il momento di abbattersi. Presto, se vi manterrete salde e determinate, avrete le risposte che cercate: probabilmente, il destino non si svelerà completamente davanti ai vostri occhi, né il mondo apparirà del tutto comprensibile, ma voi capirete cosa dovete fare, quale strada percorrere. Non occorre comprendere tutto, cause e ragioni dei fatti accaduti nella vostra vita. In questo momento sarà sufficiente comprendere voi stesse. Chi siete, indipendentemente da quello che fate.

 

BILANCIA

«Seduto davanti allo specchio, nella camera da letto situata al secondo piano, era intento ad abbozzare le linee del proprio viso: le guance scarne, con l’ossatura prominente, la fronte ampia e piatta, le orecchie dall’attaccatura eccessivamente arretrata, i capelli scuri che venivano avanti in ciocche ricciute e disordinate, i grandi occhi color d’ambra sulle palpebre pesanti.
— I miei lineamenti non sono ben disegnati — pensò il fanciullo tredicenne, immerso in una seria concentrazione. — La testa è sproporzionata, con la fronte che sopravanza la bocca e il mento. Qualcuno avrebbe dovuto usare un filo a piombo.» (Irving Stone, Il tormento e l’estasi)

Queste sono le vostre preoccupazioni in questo momento: il vostro occhio critico si è risvegliato e ora notate tutte le imperfezioni della vostra vita. Calma, care Bilance, non andateci troppo pesanti. Le imperfezioni, le storture, i nei hanno motivo di esistere, fanno parte di ognuno di noi e ci distinguono gli uni dagli altri. Quelli che ora aborrite come difetti, fisici o caratteriali, sono in realtà segni che vi contraddistinguono e che caratterizzano la vostra esistenza.
Il compito per le prossime settimane sarà proprio acquisire questa consapevolezza.

 

SCORPIONE

«Ci sono, nell’aria che respiriamo, i cosiddetti gas inerti. Portano curiosi nomi greci di derivazione dotta, che significano «il Nuovo», «il Nascosto», «l’Inoperoso», «lo Straniero». Sono, appunto, talmente inerti, talmente paghi della condizione, che non interferiscono in alcuna reazione chimica, non si combinano con alcun altro elemento, e proprio per questo motivo sono passati inosservati per secoli: solo nel 1962 un chimico di buona volontà, dopo lunghi ed ingegnosi sforzi, è riuscito a costringere lo Straniero (lo xenon) a combinarsi fugacemente con l’avidissimo, vivacissimo fluoro, e l’impresa è apparsa talmente straordinaria che gli è stato conferito il Premio Nobel. Si chiamano anche gas nobili, e qui ci sarebbe da discutere se veramente tutti i nobili siano inerti e tutti gli inerti siano nobili; si chiamano infine anche gas rari, benché uno di loro, l’argon, l’Inoperoso, sia presente nell’aria nella rispettabile proporzione dell’1 per cento: cioè venti o trenta volte più abbondante dell’anidride carbonica, senza la quale non ci sarebbe traccia di vita su questo pianeta». (Primo Levi, Il sistema periodico)

Ti chiederai, caro Scorpione, come questo incipit possa rappresentarti. Vedi, come ai gas inerti, nobili, rari, anche a te potrebbero affibbiare in questo periodo aggettivi che nella realtà poco o niente hanno a che fare con te. Potrebbero definirti “egoista”, mentre chi ti conosce sa della tua generosità, “strano” o “diverso” (e chi stabilisce la normalità?), o magari “ambiguo” e invece sei solo pensieroso. A volte, penserai, è meglio passare inosservati. Sbagli, questo è semplicemente il momento di passare sopra ogni giudizio esterno e concentrarti sul tuo percorso. A definirti saranno i fatti.

 

SAGITTARIO

«Chiamatemi Ismaele. Qualche anno fa – non importa ch’io vi dica quanti – avendo poco o punto denaro in tasca e niente che particolarmente m’interessasse a terra, pensai di mettermi a navigare per un po’, e di vedere così la parte acquea del mondo». (Herman Melville, Moby Dick)

No, caro Sagittario, non abbiamo scelto uno degli incipit più celebri di sempre per suggerirti un viaggio. Vogliamo spingerti a considerare strade, esperienze che non puoi trovare sotto il tuo naso, a portata di mano, ma che richiedono uno sforzo, una ricerca. Potresti aver immaginato così intensamente e così a lungo il tuo candido futuro da aver trascurato le mille alternative che la vita può ancora offrirti. Se ti trovi nella condizione di poter decidere, corri il rischio, lanciati in una nuova avventura, sperimenta nuove attività, metti alla prova diverse abilità.
Il compito per questo mese è rispolverare la curiosità e l’intraprendenza.

 

CAPRICORNO

«A lungo, mi sono coricato di buonora. Qualche volta, appena spenta la candela, gli occhi mi si chiudevano così in fretta che non avevo il tempo di dire a me stesso: “Mi addormento”. E, mezz’ora più tardi, il pensiero che era tempo di cercar sonno mi svegliava; volevo posare il libro che credevo di avere ancora fra le mani, e soffiare sul lume; mentre dormivo non avevo smesso di riflettere sulle cose che poco prima stavo leggendo, ma le riflessioni avevano preso una piega un po’ particolare; mi sembrava d’essere io stesso quello di cui il libro si occupava: una chiesa, un quartetto, la rivalità di Francesco I e Carlo V.» (Marcel Proust, Dalla parte di Swann)

Caro Capricorno, questo sarà per te il mese dell’autoriflessione. Si fa sempre più pressante, infatti, il bisogno di analizzare la tua vita, ripercorrere le scelte fatte e le decisioni prese negli ultimi anni per individuare l’intoppo che non ti ha né fermato né lasciato indenne.
Crediamo sia arrivato il momento di rimuovere quel sassolino dalla scarpa: vedrai, il tragitto risulterà finalmente piacevole e la meta non sembrerà più tanto lontana.

 

ACQUARIO

«2 novembre

Sono stato cordialmente invitato a far parte del realismo viscerale. Naturalmente, ho accettato. Non c’è stata cerimonia di iniziazione. Meglio così.

3 novembre

Non so bene in cosa consista il realismo viscerale. Ho diciassette anni, mi chiamo Juan García Madero, sono al primo semestre di giurisprudenza. Io non volevo studiare giurisprudenza, bensì lettere, però mio zio insisteva e alla fine ho dovuto cedere. Sono orfano. Diventerò avvocato. Fu questo quel che dissi a mio zio e a mia zia e poi mi chiusi in camera e piansi tutta la notte. O almeno una buona parte. Poi, con apparente rassegnazione, entrai alla gloriosa Facoltà di Giurisprudenza, ma dopo un mese mi iscrissi al seminario di poesia di Julio César Álamo, alla Facoltà di Lettere e Filosofia, e così conobbi i realvisceralisti, o viscerrealisti o perfino vicerealisti, come a volte gradiscono farsi chiamare». (Roberto Bolaño, I detective selvaggi)

Caro Acquario, temiamo che – contrariamente alla tua natura – anche tu come Juan García Madero stia assecondando i desideri e le aspettative di altre persone. Forse per paura? Forse per senso del “dovere”? Poco importa, perché da questo mese i tuoi veri progetti busseranno alla porta e pretenderanno la tua partecipazione e la tua dedizione. Scoprirai che non ti è possibile combattere i bisogni viscerali: presto o tardi ti sopraffaranno.

 

PESCI

«La nostra è un’epoca essenzialmente tragica, perciò ci rifiutiamo di viverla tragicamente. C’è stato un cataclisma, siamo tra le rovine, incominciamo a costruire nuovi piccoli habitat, ad avere nuove piccole speranze. È un lavoro piuttosto duro; adesso non ci sono strade scorrevoli che portano al futuro: bisogna scavalcare gli ostacoli o aggirarli. Dobbiamo vivere, non importa quanti cieli ci siano crollati addosso». (D. H. Lawrence, L’amante di Lady Chatterley)

Vi abbiamo visto nelle ultime settimane rabbuiarvi nel vostro acquario, cari Pesciolini: a un periodo oggettivamente difficile come quello del lockdown, che ha riguardato tutti, è seguita per voi una fase personale di demoralizzazione e disillusione. Pensavate di aver sistemato alcune questioni della vostra vita e invece avete scoperto che i problemi sono come l’Idra: ne eliminate uno, ne spuntano due. Occorre quindi riorganizzarsi, recuperare le energie e la speranza per affrontare i mesi a venire.
Un solo suggerimento: se non sapete come abbattere il mostro, ricordate che potete sempre aggirarlo.

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